Durante la Santa Messa del 4 agosto, celebrata nel Santuario Mariano della Madonna e Jesu dal Vescovo Sua Eccellenza Monsignor Luigi Renzo, la famiglia Iacovino ha donato al Santuario bocchiglierese una bellissima e commovente Icona della "Madonna de Jesu" in memoria di Catina, realizzata dall'artista Martina Bugada.
Alla fine della Santa Messa Tiziana Iacovino ha letto alcune note appuntate dall’autrice durante la scrittura dell’icona di Maria de
Jesu e consegnate a lei per la lettura e che ora trascrivo perchè si possa "entrare meglio e insieme" nell'icona, finestra dell'invisibile, (come ha detto il Vescovo Mons Renzo durante la Benedizione):
"Ogni
icona ha la sua storia che via via si crea, si costruisce intanto che si
realizza.
Si
dice scrivere l’icona perché come i
salmi, gli inni, la poesia e i libri, ha una forma visibile ed anche un
significato nascosto, simbolico, oltre ciò che è evidente. L’icona è “una
finestra sull’invisibile”, un “frammento di mistero”, è una teologia a colori,
teologia visibile, teologia della presenza.
L’icona
ha le sue origini nel mondo orientale ed è guardando a quel contesto che
possiamo coglierne i significati e il valore simbolico, collegandola alla
liturgia ortodossa, alla preghiera del cuore e al monachesimo.
L’attenzione
che il mondo occidentale ha rivolto all’icona da diversi decenni esprime forse
un desiderio di spiritualità, di simbolico, di trascendenza, di bellezza, una
sete di mistero.
C’è
una fase di ricerca e di preghiera prima di iniziare, come per chiedere luce,
protezione, per ascoltare con il cuore più aperto possibile le intuizioni che
arrivano.
Ho
guardato a lungo la foto che mi è stata consegnata per cominciare a capire come
accostarmi all’icona, cercando la fedeltà alla storia di Maria de Jesu, Madonna
così amata dagli abitanti di Bocchigliero e non solo.
Occorre
tempo, tanto tempo per questo: capire un’ icona è come passare attraverso dei
gradini, partendo da ciò che rappresenta, attraversando il significato dei
segni (colori, luce, spazio, dettagli) per arrivare al legame con noi che la
guardiamo e successivamente alla preghiera e alla contemplazione.
Solo
così l’icona rivela il suo significato simbolico che rimanda a un mistero.
Nell’icona
che ho scritto il riferimento è alla prima immagine in pietra ritrovata nella
chiesetta diroccata di Basilicò, dove la Madonna è in atteggiamento di tenerezza, e
insieme anche alla statua di Maria de Jesu.
Questa
icona mantiene elementi conosciuti e amati nel culto di Maria de Jesu: così la
veste, il manto, gli ornamenti di Maria che sono segno dell’amore e del
riconoscimento della sua regalità.
E
anche Gesù appare vestito, come sempre nelle icone, e la sua veste dorata è
segno della sua regalità.
Un
compito non facile che ha richiesto studio e preghiera per conciliare l’amore e
la venerazione per l’immagine portata per le vie del paese e la fedeltà che
l’iconografia richiede.
E’
venuta così l’icona, spero che la mia mano e il mio cuore siano stati guidati
da lei, Maria de Jesu e dal suo amato figlio.
L’oro,
simbolo della divinità in cui le due figure sono immerse, suggerisce fiducia e
affidamento a Lei e a Gesù, per diventare sempre più capaci di tenerezza, di
relazione, di amore, di spiritualità.
Mi
ha accompagnata la musica dei canti dal sito di Maria de Jesu come per entrare
sempre di più in sintonia con la preghiera di chi da tempo riconosce, invoca e
loda Maria de Jesu.
L’oro
quindi è la luce divina, riflette la luce per creare lo spazio spirituale da
cui l’immagine è avvolta.
Ci sono fili d’oro anche sulla veste e sul manto
di Gesù, come sul manto e la veste di Maria, per sottolineare ancora meglio la
sua divinità regale.
Ci
sono le stelle sulle sue spalle, nelle icone sono normalmente tre, ad indicare
la sua verginità.
Anche
il bianco è simbolo di luce e di eternità:così sono la veste di Gesù e il velo
di Maria.
Il
rosso porpora della veste di Maria è segno di umanità e insieme di regalità,
il il rosso è il colore dello
Spirito-fuoco, simbolo di energia e di amore.
Il
blu è il più profondo dei colori: il lapislazzulo utilizzato per il colore in
Egitto era segno di immortalità.
L’arancio
del manto di Gesù, unione del rosso dello Spirito e del giallo della luce
divina è sintesi della divinità e dell’umanità di Gesù.
Nell’aureola
di Gesù è scritto il monogramma IC XC,che indica Gesù Cristo Colui che è, così a fianco di
Maria il monogramma indica la
Theotokos, la
Madre di Dio
Io
amo Maria, ovviamente come sono capace, e scrivere questa icona mi ha fatto
riattraversare il legame con lei, donna generatrice di vita, che per la vita
rischia tutto senza esitazioni, donna della relazione e della visitazione,
donna dello Spirito che si fida e si affida.
A
chi guarda e prega ora è affidata l’icona che diventa sempre più “vera icona”
proprio nella misura in cui sarà amata dagli sguardi e dal cuore di chi la
pregherà, la invocherà e la contemplerà".
Martina Bugada
Mantova,
maggio 2012