domenica 21 aprile 2024

Lettera a ricordo del mio caro amico Franco Caracciolo




Carissimi familiari, amici e conoscenti del carissimo amico Franco,

provo a scrivere quattro parole per ricordare la bella persona che era: un signore nato e tale si è mantenuto nel tempo nei modi di fare, di pensare, di agire e di comportarsi. 

     Tanto per cominciare cosa ho da dire sul suo conto? Tutto il bene del mondo, perché si faceva amare pure dai sassi che incontrava sul suo cammino. Mi reputo fortunato per averlo conosciuto durante gli incontri dei Bocchiglieresi a Milano. Siamo entrati subito in sintonia come due calamite: ci siamo piaciuti a vicenda legati dal grande fluido dell’amicizia sincera, che nutrivamo l’uno per l’altro.

     Il nostro amato Franco è in credito con la vita perché ha dato più di quello che gli è tornato indietro in cambio. Lui era contento ugualmente di questa situazione svantaggiosa perché faceva il bene a senso unico e la sua mano destra non vedeva cosa stesse facendo la sinistra. 

    Un altro uomo come lui non è mai esistito, né esisterà a calpestare il suolo terrestre. Il suo stampo è stato distrutto alla nascita perché fosse ricordato come un uomo unico e irripetibile. Avrà avuto pure lui un sosia nel fisico, ma non in grado di superarlo in intelligenza, umanità, disponibilità e spiritualità.

     Ora che è passato a miglior vita, una parte di sé è rimasta immortalata nel cuore e nella mente di tutti coloro che l’hanno amato, rispettato e voluto bene.

     Un uomo come lui difficilmente sarà dimenticato: ha fatto onore al genere umano con una buona condotta di vita e come buono esempio da imitare. Ho provato a cercare un suo difetto, ma ci ho rinunciato in partenza e per dovere della verità non ho provato a bleffare. Chi mi avrebbe dato il coraggio di farlo?

    Tutte le cose materiali che ha lasciato parleranno di lui a testimonianza del suo passaggio terreno, perché in ognuna di esse è rimasta la sua impronta indelebile. 

     E’ vero ha lasciato un vuoto incolmabile tra quanti l’hanno amato e voluto bene, però quel vuoto si potrà riempire solamente pensandolo, parlando di lui e pregando per la sua anima. E poi, come si dice, lui da lassù veglierà su tutti coloro che in Terra gli sono stati vicini nel bene e nel male. 

     Il suo modo di vivere serenamente senza mai maledire la sorte ha fatto di lui quel signore che dimostrava di essere in ogni circostanza. Non dava fastidio a nessuno e non aveva nemici sulla faccia della Terra: chi lo conosceva era felice della su amicizia.

     Se poteva aiutare qualcuno si faceva in quattro - o meglio in otto - a dare una mano o semplicemente un consiglio, in quanto a saggezza non era secondo a nessuno. Ho cercato inutilmente di ricordarmi se l’avessi visto qualche volta arrabbiato o sentito bestemmiare contro il Cielo e contro il mondo. Ci ho rinunciato: era solo tempo inutile perché l’ho visto sempre sereno. Con la sua calma e col suo modo di fare gentile riusciva a entrare in sintonia con chiunque: con un tipo così non era difficile essergli amico. 

     Non mi resta che dirgli di riposare in pace e ai suoi familiari di essere orgogliosi di aver condiviso con lui un pezzo della loro storia contemporanea. Però, senza offesa, il suo amore nei loro confronti è stato maggiore.
Pace alla sua anima e tanta serenità a chi resta.

Il tuo amico scrittore della vita, come mi chiamava lui, Carmine Scavello

Fai buon viaggio nonno Franco

 


Come  quasi tutti gli amici e parenti ormai sanno, lunedì 15 aprile scorso è venuto a mancare il nostro grande papà.

Pur avendo vissuto per 74 anni nella sua adorata Milano, ha scelto di essere portato per il suo eterno riposo a Bocchigliero, accanto ai suoi genitori.

Le dimostrazioni di affetto sono state innumerevoli, arrivate da ogni parte del mondo attraverso telegrammi, Facebook, messenger, telefono ecc e queste sono le belle parole che Marco, uno dei nipoti, a nome degli altri cugini ha voluto dedicare al nonno per ringraziare tutte le persone che ci sono state  affettuosamente vicine in questo triste momento:

Cari tutti,
Ringraziandovi per la presenza e la vicinanza, sappiamo che siamo tutti qui emozionati e con il cuore che si stringe. Sentiamo il vostro abbraccio e tutti noi nipoti vi ringraziamo e abbracciamo. 
Il nonno è stato un grande abbracciatore, un grande comunicatore e tante persone nella sua vita hanno voluto avere a che fare con lui. Lui ha sorriso alla vita e Milano l’ha abbracciato e lo ha premiato in tante situazioni. Il nonno Franco si è meritato tutto quello che ha avuto, si è sudato tutto. È stato anche il primo sorriso che tanti Bocchiglieresi hanno incontrato a Milano dove hanno trovato da lui e la nonna un pasto caldo e un soffitto sopra la testa.
Siamo in lutto, il dolore del distacco porta tristezza ma se c’è una cosa che questo indimenticabile nonno ci ha insegnato è il gioco, lo scherzo, l’armonia. Io credo che l’insegnamento cattolico che il Nonno Franco ci lascia, a noi nipoti, credo che sia un forte messaggio cattolico di fede nel presente e di speranza nel futuro. Ovvero quello di trovare l’armonia nella famiglia e lui lo ha sempre portato con il gioco e con la capacità di scherzare che non è superficialità ma capacità di guardare verso l’alto.

Italo Calvino scrisse:
«Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore».

 Un salvagente in acqua.

E quindi nel mio credo io penso che la chiesa sia un posto di fede nel dolore e armonia nelle famiglie. Quindi vorrei portare qui oggi l’armonia con cui dovremmo ricordare il nonno.

Qualche aneddoto:
1. avevo 7 anni, andammo verso Camigliatello con la 500 blu e tornando ci fermammo a raccogliere le more di gelso. Una volta arrivati al cancello di casa si è fermato fuori e mi ha consigliato di schiacciarmi le more tra le mani, entrare in casa e fare finta di sanguinare. Lui di questa scena rideva come un matto. Una canzone famosa dice RIDERE DEI GUAI e saperlo fare non è da tutti.
2. Spesso faceva il suono del trenino, l’abbaio del cane, gli occhi storti, il suono delle vetture di Formula1 che sfrecciano, la capacità di sviluppare un linguaggio adeguato e di comunicare con le persone di qualsiasi età.
3. La scorsa estate, seppure fosse stanco, voleva scendere a piedi dalla chiesa di San Rocco alla Chiesa Madre e durante il cammino si fermava per fare lo scherzo alla nonna e vedere in quanto si sarebbe accorta che lui si fermava.

E poi gli insegnamenti piccoli e al contempo enormi. Lui è stato uno che insegnava facendo le cose: “vedi Marco? Si fa così..” mentre rifaceva il letto, mentre stirava, mentre lavandosi le mani al rubinetto diceva che bisognava sempre ripulire il porta saponette.

Nonno mi hai insegnato che prima di andare forte bisogna imparare ad andare piano e me lo hai insegnato quando per far partire la macchina si fa il gioco della frizione senza usare l’acceleratore. Solo io e te sappiamo quanti anni avessi io, quanto ero piccolo. e quanto credito già mi davi tu. Sono metafore potenti che utilizzo tutti i giorni in tutte le dinamiche della vita. Per non dire quando ti sei seduto di fianco a me che avevo solo 8 anni, tu dopo 60 anni di lavoro volevi imparare da un bambino con infinita umiltà ad utilizzare il computer. Carta e penna, appunti e imparare. Ovviamente hai vinto anche quella sfida.

Ultime due cose: 
Grazie per la poesia. Ci hai sempre ripetuto che il libro fa le labbra, che leggere ti insegna a parlare. Ci hai sempre insegnato che OGNI GIORNO CHE PASSA È UN BACIO PERDUTO, che oggi ti perdono io e domani mi perdoni tu. 

Grazie per la musica americana e per averci insegnato la condivisione sulla tastiera del pianoforte, a tavola, al telefono, alla messa dei bocchiglieresi.

Un’altra volta siamo andati con la 500blu fino all’area attrezzata. Una volta? Ma che dico.. mille volte. Siamo andati all’una di notte, con i fari spenti e ci siamo fatti illuminare dalla Luna, siamo andati a contare le stelle. La via lattea nelle serate migliori era un tappeto volante sopra la testa. Il nonno è stato quanto di più vicino alle migliori emozioni della vita e del libro il piccolo principe.

Ieri passeggiando tra la Chiesa madre e il comune di Bocchigliero ho trovato questa chicca appesa al muro tratta dal libro il Piccolo Principe: “…è il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante…”

“Caro Nonno ti prometto, continuerò a sognare di Volare anche quando non sarà il giorno giusto e continuerò a dare tempo istintivamente alle persone anche quando il fiore sembrerà non crescere”

Caro Nonno complimenti, quello che ci hai sempre augurato, ripetutamente e senza mai stancarti, sono i più grandi successi nella vita e complimenti a te che hai saputo augurarlo agli altri proprio perché sei stato proprio tu che hai avuto i più grandi successi della vita, inclusa la nonna, una fantastica moglie. Splendidi figli e nipoti. Grazie zio Stefano per aver fatto 2 corse contro il tempo al Monzino e aver salvato il Nonno ben 2 volte. 

Caro Nonno complimenti: quasi  95 anni di puro spettacolo.