Carissimi…………..,
ho il piacere morale
di enunciare che la gita è stata eccezionale sotto tutti i punti di vista,
soprattutto quello umano, amichevole ed affettuoso. Non bisogna dimenticare
anche l’aspetto culturale e religioso. La gita è coincisa con il giorno
dedicato all’Immacolata ed un pensiero stupendo, accompagnato da una fervente
preghiera, è stato rivolto all’unisono alla Madonna. Tutta la giornata è stata
allietata dalla presenza degli amici che, per impegni vari, si vedono una volta
all’anno in questa circostanza, diventata ormai tradizionale. Senza togliere
nulla a nessuno, devo dedicare un ringraziamento sincero e sentito all’organizzatore
Franco Caracciolo; grazie alle sue immense qualità, quali la tenacia, l’impegno
e la forza di volontà, il gruppo riesce a stare unito. La sua testardaggine,
senza offesa, a raggiungere l’obiettivo la considero una virtù non da poco; ci
aggiungo il suo amore, che lo rende unico, per il prossimo ed una fede cristiana
convinta.
Morimondo, uno dei
borghi più belli d’Italia, ci ha colpito per la bellezza del paesaggio;
una piccola
località di circa mille abitanti, circondata da tanta campagna, si fregia l’onore
di essere il detentore di un’abbazia che non ha uguali nella storia.
Colpisce
la maestosità dell’edificio eretto su un terrapieno naturale formatosi nei
millenni con materiali arenari; in questa immensa pianura omogenea tinta del verde
vegetale, l’edificio è il punto più alto che si eleva nell’azzurro del cielo.
A
dire il vero, una coltre di neve di pochi centimetri, del giorno precedente, rifletteva
i raggi di un sole splendente d’autunno. Sembra di vivere in un altro mondo;
non a caso i monaci francesi, che qui posero la prima pietra su cui costruirono
la chiesa, dissero in parole povere che “lì
finiva il mondo”.
La loro sagacia sta nel fatto di aver scelto quel luogo perché
ricchissimo d’acqua. Da sempre sorella Acqua, come la definiva San Francesco d’Assisi,
è fonte di vita e di purificazione: l’acqua che toglie lo sporco concreto ed
astratto è l’elemento principale del nostro corpo. Un monito che ci viene da
quel luogo consacrato è di averne cura e rispetto; non a caso il battesimo si
serve dell’acqua benedetta per togliere il peccato originale.
Un’attenta e precisa
guida turistica ci ha programmato la visita all’intera struttura partendo a
ritroso, ossia dalla chiesa, costruita per ultimo in tempo cronologico, fino
alla deposizione della prima pietra.
Già il fatto di salire una gradinata ci dà l’idea del distacco terreno, ma è puramente simbolico; è solo per riconoscere l’importanza del luogo sacro sul resto dell’ambiente circostante.
Già il fatto di salire una gradinata ci dà l’idea del distacco terreno, ma è puramente simbolico; è solo per riconoscere l’importanza del luogo sacro sul resto dell’ambiente circostante.
Colpisce
l’interno della chiesa in cui regna un’architettura asimmetrica; osservando con
lo spirito critico e attento le colonne portanti, i capitelli, le volte, i
basamenti, il non allineamento delle finestre si nota che questi elementi
architettonici non sono uguali tra loro volutamente per dare l’idea
dell’imperfezione; la perfezione
riconosciuta era solo Dio.
Il resto del luogo di culto era nato spoglio di
proposito di quadri e di affreschi alle pareti per non distrarre i partecipanti
alle funzioni religiose. Una struttura su quattro livelli, uno demolito nel
tempo, racchiude tutti gli ambienti vivibili in cui si svolgeva la vita della
comunità monacale, autosufficiente sotto ogni aspetto della vita quotidiana.
L’abbazia è rimasta miracolosamente in piedi fino ai giorni nostri, nonostante
i saccheggi, gli incendi e le rivalità. Colpiscono gli antichi scrittoi su cui
i monaci trascrivevano i sacri testi, seguendo un ordine preciso dei caratteri,
dell’impostazione e dei colori. Si sono succeduti nel tempo altri ordini di
monaci, senza stravolgere, però, il vero obiettivo della loro missione.
Per
l’occasione, abbiamo visitato una mostra di presepi con i personaggi a misura
d’uomo nelle loro botteghe artigianali, rigorosamente allestite come in
passato.
Un grazie doveroso lo
dedico al ristorante “al Monastero” di
Morimondo che ci ha ospitati e rifocillati in modo impeccabile; un menu
curato nei minimi particolari, servito con professionalità e cortesia, dagli
antipasti tipici calabresi, alla pasta
al sugo di carne di capra, alla carne cotta nel sugo come una volta ed una
fetta beneaugurante di pandoro con mascarpone.
La giornata è finita
con canti di allegria sull’autobus ed un arrivederci collettivo alla Santa
Messa presso la chiesetta caratteristica dei Santi Re Magi a Milano, zona
Crescenzago, la quarta domenica di maggio 2013. L’invito caloroso serve per rafforzare i vincoli di appartenenza!!!
Augurando a tutti i
lettori la salute, ogni bene, e lunga vita vi abbraccio caramente
Carmine
Scavello
1 commento:
A breve inserirò tutte le foto della gita, comprese quelle che mi invieranno gli altri "reporter"....
E' stata proprio una bella giornata!!!
Grazie a tutti i coraggiosi che non hanno rinunciato, nonostante il freddo e la neve del giorno prima, a questo incontro all'insegna dell'amicizia, della cultura e della fede.
Concy
Posta un commento