Passano i tempi, cambiano le mode, ma la letterina di Natale resiste imperterrita a
durare nel pensiero collettivo della fanciullezza di allora e di sempre. E’ un rito a cui
non sfugge la maggior parte dei bambini in rispetto della tradizione popolare. E’ un
gesto di affetto finalizzato da tempo memorabile per avere dal babbo una mancetta
straordinaria, oltre al regalo di Natale - o di Santa Lucia. C’è tutta una preparazione
accurata per rendere l’evento una felice sorpresa nel pensiero del bambino. Deve
sembrare un segreto che il genitore non deve sapere per non togliere l’atmosfera
calorosa che ruota intorno a quella tradizione radicata. Apparecchiata la tavola, i
bambini pongono con cura la letterina tra il piatto del primo e quello del secondo del
papà; in quella posizione non potrà non attirare la sua attenzione. Infatti, egli si
accorge che c’è qualcosa che non quadra e guarda sotto il piatto del primo per
togliere l’ostacolo, motivo di dubbia instabilità. Grande sorpresa! Scopre che c’è
una lettera indirizzata “Al mio papà”. Dimostrando stupore, egli apre la busta e tira
fuori la letterina; non la legge, facendo finta di essere stanco, così prega il figlioletto
di leggerla lui al suo posto. Il bambino non si aspetta questa mossa imprevista in
quanto è grande l’emozione a leggere quando gli occhi di tutti gli sono puntati
addosso; però, non può tirarsi indietro; è in ballo e deve ballare, anche perché non c’è
una persona volenterosa che legga al suo posto per non rovinare l’effetto psicologico.
Vinto l’impatto emotivo e rischiarata la voce lo scrivente si appresta a leggere la
letterina e si merita, quindi, il doveroso applauso finale. Sembra poco, ma è tanto per
un bambino che si affaccia a relazionarsi col mondo degli adulti ed esprime il suo
primo pensiero augurale scritto. E’ un augurio di benessere e di buona salute
indirizzato al papà, compresa naturalmente tutta la famiglia, in quanto egli
rappresenta un punto fermo, senza togliere nulla alla figura della mamma, che è un
po’ complice di questa sorpresa sceneggiata. La letterina è piena di buoni propositi
e di promesse: essere bravo; impegnarsi a scuola; aiutare in casa; conclude con: Vi
voglio tanto bene! Quelle promesse ricordano Pulcinella; però, in teoria sono fatte col
cuore, anche se la pratica è di tutt’altra natura. Si arriva alla conclusione che tempi
erano, tempi sono e tempi saranno fin quando ci saranno una famiglia e una
maestra che ricorderanno ai bambini di fare questa bellissima esperienza di vita,
che gli adulti hanno fatto prima di loro.
Buon Natale e Buona Vita, nonché Buone Feste dallo scrittore Carmine
Scavello
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