comincio col citare l’articolo 1 della
“ Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le
donne” del 1993; descrive la violenza contro le Donne come: “qualsiasi atto di violenza per motivi di
genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o
psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione
arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. L’ONU
ha scelto il 25 novembre come giornata annuale mondiale per ricordare l’evento.
Lo spunto fu dato dal brutale assassinio, ad opera di forze militari, delle tre
sorelle Mirabal, che si battevano per i diritti civili. C’è poco da aggiungere;
le parole succitate sono come pietre nelle coscienze; il guaio è che siamo
circondati da tanti sordi o, peggio ancora, da indifferenti che potrebbero
legiferare o applicare le leggi esistenti con la severità che merita
l’argomento. Una campagna educativa è più incisiva di una punitiva! Ogni giorno
si sentono raccontare storie tristi di violenza perpetrate nei confronti delle Donne;
c’è l’indignazione del momento e poi le acque si quietano in attesa di un altro
fatto di cronaca nera. Il 25 novembre di ogni anno, per l’intera giornata, mi
piacerebbe vedere tutte le Donne, dalle neonate alle centenarie, con un nastro
rosa al braccio, mentre svolgono le normali attività. Non occorre manifestare
in piazza o gridare slogan, né interrompere le loro faccende, né assentarsi dal
lavoro: insomma comportarsi normalmente e senza vergognarsi di esibire quel
simbolico nastro rosa. Varrebbe anche solo indossare, calzare o portare un capo
o un accessorio di colore rosa. Sono convinto che il Loro silenzio possa
attirare l’attenzione più di mille discorsi. La persona non informata si
chiederebbe il motivo di tale esibizione e si darebbe da sola la risposta.
Tante Donne mi direbbero che è una proposta sciocca, ma non potranno assolutamente
dirmi che non sia realizzabile. Il coraggio di metterci la faccia farebbe
venire allo scoperto la dignità e l’orgoglio della Donna; non conta l’età o la
condizione sociale; si lotta sempre quando esiste una giusta causa. La violenza
quando si manifesta colpisce nel mucchio. L’orgoglio
di indossare quel nastrino rosa per un giorno, credetemi, sarà un grande
successo ed un immenso piacere vedere colorata di rosa una grigia giornata
autunnale. Non mi capacito, a volte, che il Genere Femminile, superiore di
numero a quello maschile, non faccia sentire almeno per un giorno la Sua
presenza attiva nella società. Le comunità si reggono sull’equilibrio: se manca
l’impegno Femminile si delega l’altro sesso a gestire ed a agire; i risultati
sono sotto gli occhi di tutti. Donne di ogni latitudine e di ogni colore
prendete coscienza che solo Voi siete padrone del Vostro futuro! Nell’attesa di
tempi migliori, auguro un Buon Otto Marzo offrendo una
virtuale mimosa ed una bandierina rosa da esibire come sigillo di appartenenza
al Vostro Genere.
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