domenica 31 marzo 2013
sabato 30 marzo 2013
Venerdì Santo 2013 a Bocchigliero
GESU’ MIO
Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon pietà
Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon pietà
Gesù mio, la bella faccia, chi crudele, ti
schiaffeggiò?
Gesù mio, di fango e sputi, chi il bel volto, ti
imbratto?
Gesù mio , le sacre membra, chi spietato, ti
flagello?
Gesù mio, la nobil fronte, chi di spine, ti corono?
Gesù mio, sulle tue spalle, chi la croce , ti carico?
Gesù mio, la dolce bocca, chi di fiele, t’amareggiò?
Gesù mio, le sacre mani, chi con chiodi, ti trapassò?
Gesù mio, gli stanchi piedi, chi alla croce, ti
inchiodò?
Gesù mio, l’amante cuore, chi con lancia, ti trapassò?
O Maria, questo tuo bel figlio, chi l’uccise e lo
straziò?
Sono stato io l’ingrato, o Maria, perdon pietà?
Clicca qui per vedere altre foto: Venerdì' santo 2013
a breve inserirò altre foto
venerdì 29 marzo 2013
giovedì 28 marzo 2013
Messa in Coena Domini a Bocchigliero
Mi sono pervenute alcune foto direttamente da Bocchigliero, dalla Chiesa Madre fatte durante la celebrazione della Messa in Coena Domini di questa sera
Per vedere tutte le foto clicca qui di seguito:
Per vedere tutte le foto clicca qui di seguito:
Giovedì Santo, l'omelia di Papa Francesco
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Istituto Penale per Minori di "Casal del Marmo" in Roma
Giovedì Santo, 28 marzo 2013
Giovedì Santo, 28 marzo 2013
"Questo è commovente. Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli. Pietro non capiva nulla, rifiutava. Ma Gesù gli ha spiegato. Gesù – Dio – ha fatto questo! E Lui stesso spiega ai discepoli: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono". ...
per leggere tutta l'Omelia clicca qui di seguito: Omelia del Santa Padre Francesco
domenica 24 marzo 2013
Note di primavera in Santa Maria di Campagna
Nella splendida e storica cornice della Basilica Santa Maria di Campagna in Piacenza si è svolto ieri sera il concerto "Note di primavera" diretto dal maestro Stephen Caracciolo.
La serata si è aperta con l'ascolto di brani di musica corale americana eseguiti a cappella dal coro del Conservatorio "Nicolini" che ha proposto il "The is no rose" nell'arrangiamento di Stephen Caracciolo e poi "I will arise" e gli spiritual "My Lord, what a mornin" e "Ev'ry time I feel the spirit".
Nella seconda parte il maestro ha diretto il coro, composto da ben 130 elementi, nel Requiem di Faurè accompagnato da organo, violino, strumenti a fiato e arpa nell'arrangiamento del maestro Giorgio Ubaldi.
Il concerto ha visto anche la partecipazione di due voci soliste: il soprano Federica Pecorari e il baritono Song Jinheon.
Una serata di intense emozioni offerte, oltre a noi parenti ed amici arrivati da lontano per applaudire il nostro maestro "bocchiglierese", anche ad un pubblico numeroso che ha riempito la grandissima basilica.
Come sempre, il potere della musica ha saputo unire mondi apparentemente lontani per lingua e per abitudini ma uniti dalla magia della musica come mezzo di comunicazione e aggregazione fra tutti i popoli del mondo.
venerdì 22 marzo 2013
Stephen Caracciolo dirigerà il Coro del Conservatorio di Piacenza
Si terrà domani sera, sabato 23 marzo alle ore 21, presso la splendida Basilica di Santa Maria di Campagna a Piacenza, il Concerto di Primavera del Coro del Conservatorio "Giuseppe Nicolini" diretto da maestro Stephen Caracciolo, invitato per questa occasione dal Conservatorio di Piacenza a dirigere diversi pezzi, alcuni composti da lui.
Stephen Caracciolo, compositore oltre che direttore e insegnante di musica all'Università di Baltimora, è figlio di Luigi , nato a Bocchigliero e poi trasferitosi con i genitori Francesco e Filomena Pantuso negli Stati Uniti intorno agli anni 20.
Stephen Caracciolo è direttore di coro, insegnante creativo, compositore di fama nazionale e arrangiatore corale. Le sue opere sono state eseguite negli Stati Uniti e in Europa.
Ha ottenuto il prestigioso premio Individual Artist’s Fellowship come compositore dal Greater Columbus Arts Council.
Nel 1994 Stephen Caracciolo ha fondato i "Singers Belcanto, professionisti del bel canto e ha accettato di dirigere diversi cori importanti come i Cantus, The Maryland State Boychoir, la Lancaster Chorale, e i Columbus Chamber Singers.
Si possono ascoltare alcune delle sue composizioni sul seguente link: Stephen Caracciolo,com
Per questo viaggio è stato accompagnato da sua sorella Nancy Caracciolo Darian che, oltre a parlare molto bene l'italiano, conosce bene anche Bocchigliero dove è stata più volte per trascorrere le vacanze con noi.
giovedì 14 marzo 2013
venerdì 8 marzo 2013
Festa della Donna, Otto Marzo Duemilatredici
comincio col citare l’articolo 1 della
“ Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le
donne” del 1993; descrive la violenza contro le Donne come: “qualsiasi atto di violenza per motivi di
genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o
psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione
arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. L’ONU
ha scelto il 25 novembre come giornata annuale mondiale per ricordare l’evento.
Lo spunto fu dato dal brutale assassinio, ad opera di forze militari, delle tre
sorelle Mirabal, che si battevano per i diritti civili. C’è poco da aggiungere;
le parole succitate sono come pietre nelle coscienze; il guaio è che siamo
circondati da tanti sordi o, peggio ancora, da indifferenti che potrebbero
legiferare o applicare le leggi esistenti con la severità che merita
l’argomento. Una campagna educativa è più incisiva di una punitiva! Ogni giorno
si sentono raccontare storie tristi di violenza perpetrate nei confronti delle Donne;
c’è l’indignazione del momento e poi le acque si quietano in attesa di un altro
fatto di cronaca nera. Il 25 novembre di ogni anno, per l’intera giornata, mi
piacerebbe vedere tutte le Donne, dalle neonate alle centenarie, con un nastro
rosa al braccio, mentre svolgono le normali attività. Non occorre manifestare
in piazza o gridare slogan, né interrompere le loro faccende, né assentarsi dal
lavoro: insomma comportarsi normalmente e senza vergognarsi di esibire quel
simbolico nastro rosa. Varrebbe anche solo indossare, calzare o portare un capo
o un accessorio di colore rosa. Sono convinto che il Loro silenzio possa
attirare l’attenzione più di mille discorsi. La persona non informata si
chiederebbe il motivo di tale esibizione e si darebbe da sola la risposta.
Tante Donne mi direbbero che è una proposta sciocca, ma non potranno assolutamente
dirmi che non sia realizzabile. Il coraggio di metterci la faccia farebbe
venire allo scoperto la dignità e l’orgoglio della Donna; non conta l’età o la
condizione sociale; si lotta sempre quando esiste una giusta causa. La violenza
quando si manifesta colpisce nel mucchio. L’orgoglio
di indossare quel nastrino rosa per un giorno, credetemi, sarà un grande
successo ed un immenso piacere vedere colorata di rosa una grigia giornata
autunnale. Non mi capacito, a volte, che il Genere Femminile, superiore di
numero a quello maschile, non faccia sentire almeno per un giorno la Sua
presenza attiva nella società. Le comunità si reggono sull’equilibrio: se manca
l’impegno Femminile si delega l’altro sesso a gestire ed a agire; i risultati
sono sotto gli occhi di tutti. Donne di ogni latitudine e di ogni colore
prendete coscienza che solo Voi siete padrone del Vostro futuro! Nell’attesa di
tempi migliori, auguro un Buon Otto Marzo offrendo una
virtuale mimosa ed una bandierina rosa da esibire come sigillo di appartenenza
al Vostro Genere.
8 marzo
La Donna
e la violenza
Donna sei arci ammirevole
in ogni cosa che fai,
nell’operato ci metti
impegno, amore e passione.
Spesso gli uomini ti
fanno promesse da marinai,
invece tu meriti
lealtà, riguardo e considerazione.
Alcuni
con disprezzo ti considerano un oggetto,
con
arroganza ed ipocrisia si sentono superiori.
La
coscienza li comanda ad usare più rispetto,
invece,
essi procurano alla Donna solo dolori.
Mogli o amanti, le
donne non sono una proprietà;
mariti e conviventi
fanno finta di non capire.
La morale impone di
riconoscere loro più dignità;
le donne sono nate per
essere amate e non per servire.
Parlare di
violenza alle donne è una vergogna,
chi si
macchia di ciò è indegno del genere umano.
I
violenti, si sappia, andrebbero messi alla gogna,
cancellati
per sempre da ogni organismo mondano.
Può capitare che due
caratteri siano incompatibili,
per questo un uomo non
può diventare un carnefice.
Il mondo è grande per
ricrearsi condizioni vivibili;
là può costruirsi un
angolo in cui ritorni partecipe.
Nessuno
ha il diritto di sopprimere una vita;
se perisse
una donna la colpa sarebbe più grave.
La donna
quando ama lo fa con gioia infinita,
crea
l’armonia giusta per un rapporto soave.
È triste che gli
appelli cadano sempre nel vuoto;
una donna non si picchia
nemmeno con un fiore.
Ogni uomo abbia il
dovere etico di esserle devoto,
veda la donna come un
dono offerto dal Signore.
Donna,
grazie di esistere!
Carmine Scavello
giovedì 7 marzo 2013
martedì 5 marzo 2013
Il Codex Purpureus Rossanensis uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento
Non tutti i bocchiglieresi conoscono o hanno mai visto il Codex Purpureus Rossanensis, che è nell’elenco delle candidature per essere riconosciuto dall’UNESCO fra i beni eccellenti del patrimonio artistico mondiale.
Il Codex è un Evangeliario greco miniato, che contiene l’intero Vangelo di Matteo, quasi tutto quello di Marco, e una parte della lettera di Eusebio a Copiano sulla concordanza dei Vangeli.
Vi invito caldamente ad andare a Rossano a scoprire questo gioiello custodito nella nostra Calabria e vicinissimo al nostro paese e nel frattempo vi suggerisco di conoscerlo attraverso questo link:
lunedì 4 marzo 2013
Il punto interrogativo
Grazie al mio parroco per avermi fatto conoscere questa storiella molto profonda che vi invito a leggere:
C'era una volta, un "punto interrogativo"...
Era molto grazioso e, come tutti i "punti interrogativi", aveva l'aria molto intelligente.
Da un po' di tempo, però, girava per il paese sconsolato, amareggiato, deluso e depresso.
Apparentemente, nessuno lo voleva più!
Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:
il "punto esclamativo"!
Tutti gridavano: «Avanti! Fermi! Muoviti! Togliti dai piedi!».
Il "punto esclamativo" è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo.
Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il "punto interrogativo" si sentiva un re, non c'era più nessuno che chiedeva: «Come stai?»;
sostituito da: «Ehilà!».
Non c'era più nessuno che fermava l'auto, abbassava il finestrino e chiedeva:
«Per favore, vado bene per Bergamo?».
Ora, usavano tutti il "navigatore satellitare", che impartisce gli ordini con decisione:
«Alla prima uscita, svoltare a destra!».
Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia.
I bambini hanno sempre amato i "punti interrogativi".
Ma, anche là, trovò un padre ed un figlio adolescente, che duellavano tutto il giorno, con i "punti esclamativi"...
«Non mi ascolti mai!».
«Non m'importa che cosa pensi! Qui comando io!».
«Basta! Me ne vado per sempre!».
Alla fine, il padre era spossato e deluso:
il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.
E soffrivano, perché non c'è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.
Il "punto interrogativo" si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione...
Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro,
ma dalla sua bocca uscì un:
«Che ne pensi?», che stupì anche lui.
Il figlio tacque, sorpreso.
«Davvero lo vuoi sapere, papà?».
Il padre annuì. Parlarono.
Alla fine, dissero quasi all'unisono:
«Mi vuoi ancora bene?».
Il "punto interrogativo", felice, faceva le capriole sopra il lampadario!
Era molto grazioso e, come tutti i "punti interrogativi", aveva l'aria molto intelligente.
Da un po' di tempo, però, girava per il paese sconsolato, amareggiato, deluso e depresso.
Apparentemente, nessuno lo voleva più!
Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:
il "punto esclamativo"!
Tutti gridavano: «Avanti! Fermi! Muoviti! Togliti dai piedi!».
Il "punto esclamativo" è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo.
Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il "punto interrogativo" si sentiva un re, non c'era più nessuno che chiedeva: «Come stai?»;
sostituito da: «Ehilà!».
Non c'era più nessuno che fermava l'auto, abbassava il finestrino e chiedeva:
«Per favore, vado bene per Bergamo?».
Ora, usavano tutti il "navigatore satellitare", che impartisce gli ordini con decisione:
«Alla prima uscita, svoltare a destra!».
Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia.
I bambini hanno sempre amato i "punti interrogativi".
Ma, anche là, trovò un padre ed un figlio adolescente, che duellavano tutto il giorno, con i "punti esclamativi"...
«Non mi ascolti mai!».
«Non m'importa che cosa pensi! Qui comando io!».
«Basta! Me ne vado per sempre!».
Alla fine, il padre era spossato e deluso:
il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.
E soffrivano, perché non c'è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.
Il "punto interrogativo" si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione...
Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro,
ma dalla sua bocca uscì un:
«Che ne pensi?», che stupì anche lui.
Il figlio tacque, sorpreso.
«Davvero lo vuoi sapere, papà?».
Il padre annuì. Parlarono.
Alla fine, dissero quasi all'unisono:
«Mi vuoi ancora bene?».
Il "punto interrogativo", felice, faceva le capriole sopra il lampadario!
(dal web)
Il "punto interrogativo" non è arrogante, ma rispettoso della libertà e della responsabilità dell'altro!
domenica 3 marzo 2013
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