lunedì 10 giugno 2013

Il Codex Purpureus Rossanensis, pellegrino a Bocchigliero


E’ inusuale che un libro si possa definire “pellegrino”, ma dipende dalle circostanze e soprattutto di che tipi di libri sono protagonisti del pellegrinaggio. E’ splendida l’iniziativa del nostro Arcivescovo Mons. Santo Marcianò di riproporre nell’anno della fede l’approfondimento della conoscenza del Codex Purpureus Rossanensis a tutte le parrocchie della diocesi, che è innanzitutto un libro che contiene la Parola di Dio, quindi nutre la nostra fede. Evangeliario miniato del V secolo, probabilmente composto in Palestina, il Codice è un bene di inestimabile valore. Contiene miniature riguardanti episodi evangelici ed il testo biblico (della famiglia bizantina) è scritto in oro e argento. Ignoti sono i motivi per i quali il Codex è giunto fino a Rossano (le ipotesi sono le più diverse), tuttavia la nostra Chiesa di Rossano l’ha sempre custodito con grande venerazione. 
Come Chiesa Bocchiglierese abbiamo chiesto al nostro giornalista Dott. Carlo Barrese di illustrarci i tratti essenziali di questo importantissimo libro, oltre che pubblicare sul foglio parrocchiale settimanale “Duc in altum” alcune notizie di carattere scientifico.



 
 Ci hanno aiutato alcune illustrazioni “Roll-up” create per l’occasione dall’Ufficio diocesano Beni culturali, diretto da Don Nando Ciliberti. Il Codex rimane, come dicevo, un bene inestimabile, ma ancor di più “l’evangeliario” per eccellenza della nostra Chiesa Diocesana, frutto dell’antica liturgia bizantina, normativa fino a qualche secolo fa della “lex orandi” nel nostro meridione.

Don Agostino



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