Il Codex Purpureus Rossanensis, pellegrino a Bocchigliero
E’ inusuale
che un libro si possa definire “pellegrino”, ma dipende dalle circostanze e
soprattutto di che tipi di libri sono protagonisti del pellegrinaggio. E’
splendida l’iniziativa del nostro Arcivescovo Mons. Santo Marcianò di
riproporre nell’anno della fede l’approfondimento della conoscenza del Codex
Purpureus Rossanensis a tutte le parrocchie della diocesi, che è innanzitutto
un libro che contiene la Parola di Dio, quindi nutre la nostra fede.
Evangeliario miniato del V secolo, probabilmente composto in Palestina, il
Codice è un bene di inestimabile valore. Contiene miniature riguardanti episodi
evangelici ed il testo biblico (della famiglia bizantina) è scritto in oro e
argento. Ignoti sono i motivi per i quali il Codex è giunto fino a Rossano (le
ipotesi sono le più diverse), tuttavia la nostra Chiesa di Rossano l’ha sempre
custodito con grande venerazione.
Come Chiesa Bocchiglierese abbiamo chiesto al
nostro giornalista Dott. Carlo Barrese di illustrarci i tratti essenziali di
questo importantissimo libro, oltre che pubblicare sul foglio parrocchiale
settimanale “Duc in altum” alcune notizie di carattere scientifico.
Ci hanno
aiutato alcune illustrazioni “Roll-up” create per l’occasione dall’Ufficio
diocesano Beni culturali, diretto da Don Nando Ciliberti. Il Codex rimane, come
dicevo, un bene inestimabile, ma ancor di più “l’evangeliario” per eccellenza
della nostra Chiesa Diocesana, frutto dell’antica liturgia bizantina, normativa
fino a qualche secolo fa della “lex orandi” nel nostro meridione.
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