giovedì 3 gennaio 2013

Gita a Morimondo......ecco le foto


Incontro degli Amici “Bocchiglieresi” di Milano l’otto dicembre duemiladodici all’Abbazia cistercense di Morimondo



Carissimi…………..,

ho il piacere morale di enunciare che la gita è stata eccezionale sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello umano, amichevole ed affettuoso. Non bisogna dimenticare anche l’aspetto culturale e religioso. La gita è coincisa con il giorno dedicato all’Immacolata ed un pensiero stupendo, accompagnato da una fervente preghiera, è stato rivolto all’unisono alla Madonna. Tutta la giornata è stata allietata dalla presenza degli amici che, per impegni vari, si vedono una volta all’anno in questa circostanza, diventata ormai tradizionale. Senza togliere nulla a nessuno, devo dedicare un ringraziamento sincero e sentito all’organizzatore Franco Caracciolo; grazie alle sue immense qualità, quali la tenacia, l’impegno e la forza di volontà, il gruppo riesce a stare unito. La sua testardaggine, senza offesa, a raggiungere l’obiettivo la considero una virtù non da poco; ci aggiungo il suo amore, che lo rende unico, per il prossimo ed una fede cristiana convinta.

Morimondo, uno dei borghi più belli d’Italia, ci ha colpito per la bellezza del paesaggio; 

una piccola località di circa mille abitanti, circondata da tanta campagna, si fregia l’onore di essere il detentore di un’abbazia che non ha uguali nella storia. 

Colpisce la maestosità dell’edificio eretto su un terrapieno naturale formatosi nei millenni con materiali arenari; in questa immensa pianura omogenea tinta del verde vegetale, l’edificio è il punto più alto che si eleva nell’azzurro del cielo.
 A dire il vero, una coltre di neve di pochi centimetri, del giorno precedente, rifletteva i raggi di un sole splendente d’autunno. Sembra di vivere in un altro mondo; non a caso i monaci francesi, che qui posero la prima pietra su cui costruirono la chiesa, dissero in parole povere che “lì finiva il mondo”. 


La loro sagacia sta nel fatto di aver scelto quel luogo perché ricchissimo d’acqua. Da sempre sorella Acqua, come la definiva San Francesco d’Assisi, è fonte di vita e di purificazione: l’acqua che toglie lo sporco concreto ed astratto è l’elemento principale del nostro corpo. Un monito che ci viene da quel luogo consacrato è di averne cura e rispetto; non a caso il battesimo si serve dell’acqua benedetta per togliere il peccato originale.

Un’attenta e precisa guida turistica ci ha programmato la visita all’intera struttura partendo a ritroso, ossia dalla chiesa, costruita per ultimo in tempo cronologico, fino alla deposizione della prima pietra. 



Già il fatto di salire una gradinata ci dà l’idea del distacco terreno, ma è puramente simbolico; è solo per riconoscere l’importanza del luogo sacro sul resto dell’ambiente circostante. 


Colpisce l’interno della chiesa in cui regna un’architettura asimmetrica; osservando con lo spirito critico e attento le colonne portanti, i capitelli, le volte, i basamenti, il non allineamento delle finestre si nota che questi elementi architettonici non sono uguali tra loro volutamente per dare l’idea dell’imperfezione; la perfezione riconosciuta era solo Dio.

 Il resto del luogo di culto era nato spoglio di proposito di quadri e di affreschi alle pareti per non distrarre i partecipanti alle funzioni religiose. Una struttura su quattro livelli, uno demolito nel tempo, racchiude tutti gli ambienti vivibili in cui si svolgeva la vita della comunità monacale, autosufficiente sotto ogni aspetto della vita quotidiana. L’abbazia è rimasta miracolosamente in piedi fino ai giorni nostri, nonostante i saccheggi, gli incendi e le rivalità. Colpiscono gli antichi scrittoi su cui i monaci trascrivevano i sacri testi, seguendo un ordine preciso dei caratteri, dell’impostazione e dei colori. Si sono succeduti nel tempo altri ordini di monaci, senza stravolgere, però, il vero obiettivo della loro missione.

 Per l’occasione, abbiamo visitato una mostra di presepi con i personaggi a misura d’uomo nelle loro botteghe artigianali, rigorosamente allestite come in passato.




Un grazie doveroso lo dedico al ristorante “al Monastero” di Morimondo che ci ha ospitati e rifocillati in modo impeccabile; un menu curato nei minimi particolari, servito con professionalità e cortesia, dagli antipasti  tipici calabresi, alla pasta al sugo di carne di capra, alla carne cotta nel sugo come una volta ed una fetta beneaugurante di pandoro con mascarpone.








La giornata è finita con canti di allegria sull’autobus ed un arrivederci collettivo alla Santa Messa presso la chiesetta caratteristica dei Santi Re Magi a Milano, zona Crescenzago, la quarta domenica di maggio 2013. L’invito caloroso serve per rafforzare i vincoli di appartenenza!!!

Augurando a tutti i lettori la saluteogni bene, e lunga vita vi abbraccio caramente
                                                                                 
            
                                                                 Carmine Scavello

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