venerdì 13 marzo 2020

Lettera aperta dal titolo “Io, tu, noi, voi dobbiamo restare a casa”!

Cari amici,
Ringrazio coloro che in questi giorni ci invitano al nostro senso di responsabilità; solo gli ottusi si rifiuterebbero di non condividerlo. Non ci chiedono un grosso sacrificio; ci chiedono solo di stare a casa nel proprio interesse e delle persone che si amano.  
Non siamo di ferro, siamo esseri umani e siamo fragili nella nostra fortezza. Nessuno di noi è onnipotente; abbiamo un corpo umano fatto di carne, di pelle, di muscoli, di organi e di ossa, di … come tutti i nostri fratelli. Anche se il corpo è una macchina perfetta, ha i suoi punti deboli e può essere attaccato, come in questo momento, da un minuscolo virus sconosciuto.
 L‘intelligenza umana alla fine lo sconfiggerà e nel contempo quella stessa intelligenza sta chiedendo di darle una mano, facendo la cosa più semplice e più giusta che possiamo fare: stare tranquilli a casa. In fondo, la casa non è una prigione: è solo il luogo dei nostri affetti, dei nostri pensieri e dei nostri momenti più belli della vita.
Nessuno di noi ha chiesto di nascere, ma dal momento che siamo vivi abbiamo il dovere morale, civile e cristiano di vivere e di far vivere gli altri. Non rispettare le regole non è un segno di inciviltà; è solamente menefreghismo e mancanza di rispetto verso il prossimo.
Voglio ricordare agli irrispettosi che gli altri siamo noi e di non fare agli altri ciò che gli altri non vorremmo che facessero a noi. Al di là di tutto auguro a tutti buona vita e più senso di responsabilità. Non aprendo la nostra porta di casa diciamo al virus che non è gradito, come si fa con i nostri peggiori nemici.
Il futuro è là fuori che ci aspetta, perciò abbiamo il dovere di dirgli: Aspettaci! Forse, un domani ricorderemo questo momento con tristezza, però, ci insegnerà che solo l’intelligenza umana ha saputo sconfiggerlo e tutti noi le abbiamo dato una mano! Stare a casa propria non è un gesto di eroismo: potrebbe rappresentare un tempo che ci è sfuggito di mano, ossia dedicare a noi stessi quelle piccole attenzioni che ci sono sfuggite di mano.
Impariamo a volerci quel bene che non ci siamo voluto a causa di tante distrazioni, di impegni e di obblighi. Forse intorno a noi ci sarà più silenzio, ma sarà proprio quel silenzio a parlarci e a farci riflettere su quello che siamo, su quello che diamo e su quello che potremmo dare in più.
Buona vita dallo scrittore Carmine Scavello

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