Carissime/i,
La Pasqua festeggia il ritorno alla vita!
La Luce si riprende la rivincita sul buio; ci manda il messaggio di speranza di
non perdere mai il senso della giustizia. Tanti innocenti portano la loro croce
nell’indifferenza generale; l’esempio di Ponzio Pilato ha fatto strada; chi
dovrebbe vedere ed operare fa finta di non vedere; chi dovrebbe ascoltare fa
finta di essere sordo; diminuiscono le mani sensibili e caritatevoli, pronte a
donare, ed aumentano, invece, quelle che invocano aiuto senza risposta. Ciò che
l’uomo distrugge, l’Onnipotente lo ricostruisce meglio di prima, perché così è
scritto nei Sacri Testi. Un Uomo innocente viene condannato a morte da una
folla inferocita e pilotata; viene condotto alla presenza di colui che potrebbe
decidere la sua sorte; la risposta è quella di lasciare decidere la folla,
lavandosene platealmente le mani. Pensò che un suo gesto di buonismo sarebbe stato
visto come un segnale di debolezza, perciò girò la testa simbolicamente
dall’altra parte in ossequio al detto: occhio
non vede, cuore non duole! Di personaggi equivoci come “Ponzio Pilato” ne è
pieno il mondo; vivono in ogni comunità ed indossano la maschera per nascondere
ciò che il cuore vorrebbe mostrare per essere a posto con la propria coscienza.
Il mistero della morte si trasforma in Resurrezione; è uno dei dogma che si
accettano a scatola chiusa; non si possono spiegare. Credere o non credere! Non
ci sono alternative. Resurrezione vuol dire ritorno alla vita dopo la morte,
perciò la Pasqua rappresenta la vita. Il suo simbolo per eccellenza è l’uovo,
sebbene la colomba bianca e l’agnello non siano da meno. L’uovo si riconduce
alla vita; ogni essere vivente del regno animale nasce da un uovo, o ovolo come
suol dirsi. La colomba e l’agnello sono riconducibili all’innocenza, all’immagine
senza peccato; il loro colore bianco è indice di purezza e di candore. Ma
perché l’uovo? Mi ritorna alla mente una storiella, direi meglio un’antica leggenda, che sentii
raccontare da piccolo dal mio maestro. Egli non svelò la provenienza di come ne
venne informato, ma la spiegò talmente bene da farla apparire un fatto vero. La
fiducia in quell’uomo era smisurata; cercava in ogni circostanza di colmare le
lacune culturali con esempi pratici e credibili. Una delle tre Donne dal
ritorno dal sepolcro di Gesù, che trovarono vuoto, corse a riferire ansimante l’accaduto
ai discepoli, che erano riuniti in una casa. San Pietro, alquanto scettico,
guardò la Donna e le disse: crederò alle tue parole solamente se le uova contenute
nella cesta, che vedi laggiù nell’angolo della casa, diventeranno rosse a
conferma della tua verità; non aspetto nessun miracolo, ma una prova tangibile.
L’ebbe all’istante, raccontò il maestro; le uova della cesta divennero rosse
veramente e la donna fu creduta. Forse per quel fatto, le uova di Pasqua furono
in seguito colorate in segno di credenza. Ognuno sa dove cercare la verità: vive
dentro nel profondo dell’anima!
Buona Pasqua, come meglio credete, Carmine
Scavello
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