sabato 4 aprile 2015

Buona Pasqua da Carmine Scavello



Carissime/i,
La Pasqua festeggia il ritorno alla vita! La Luce si riprende la rivincita sul buio; ci manda il messaggio di speranza di non perdere mai il senso della giustizia. Tanti innocenti portano la loro croce nell’indifferenza generale; l’esempio di Ponzio Pilato ha fatto strada; chi dovrebbe vedere ed operare fa finta di non vedere; chi dovrebbe ascoltare fa finta di essere sordo; diminuiscono le mani sensibili e caritatevoli, pronte a donare, ed aumentano, invece, quelle che invocano aiuto senza risposta. Ciò che l’uomo distrugge, l’Onnipotente lo ricostruisce meglio di prima, perché così è scritto nei Sacri Testi. Un Uomo innocente viene condannato a morte da una folla inferocita e pilotata; viene condotto alla presenza di colui che potrebbe decidere la sua sorte; la risposta è quella di lasciare decidere la folla, lavandosene platealmente le mani. Pensò che un suo gesto di buonismo sarebbe stato visto come un segnale di debolezza, perciò girò la testa simbolicamente dall’altra parte in ossequio al detto: occhio non vede, cuore non duole! Di personaggi equivoci come “Ponzio Pilato” ne è pieno il mondo; vivono in ogni comunità ed indossano la maschera per nascondere ciò che il cuore vorrebbe mostrare per essere a posto con la propria coscienza. Il mistero della morte si trasforma in Resurrezione; è uno dei dogma che si accettano a scatola chiusa; non si possono spiegare. Credere o non credere! Non ci sono alternative. Resurrezione vuol dire ritorno alla vita dopo la morte, perciò la Pasqua rappresenta la vita. Il suo simbolo per eccellenza è l’uovo, sebbene la colomba bianca e l’agnello non siano da meno. L’uovo si riconduce alla vita; ogni essere vivente del regno animale nasce da un uovo, o ovolo come suol dirsi. La colomba e l’agnello sono riconducibili all’innocenza, all’immagine senza peccato; il loro colore bianco è indice di purezza e di candore. Ma perché l’uovo? Mi ritorna alla mente una storiella,  direi meglio un’antica leggenda, che sentii raccontare da piccolo dal mio maestro. Egli non svelò la provenienza di come ne venne informato, ma la spiegò talmente bene da farla apparire un fatto vero. La fiducia in quell’uomo era smisurata; cercava in ogni circostanza di colmare le lacune culturali con esempi pratici e credibili. Una delle tre Donne dal ritorno dal sepolcro di Gesù, che trovarono vuoto, corse a riferire ansimante l’accaduto ai discepoli, che erano riuniti in una casa. San Pietro, alquanto scettico, guardò la Donna e le disse: crederò alle tue parole solamente se le uova contenute nella cesta, che vedi laggiù nell’angolo della casa, diventeranno rosse a conferma della tua verità; non aspetto nessun miracolo, ma una prova tangibile. L’ebbe all’istante, raccontò il maestro; le uova della cesta divennero rosse veramente e la donna fu creduta. Forse per quel fatto, le uova di Pasqua furono in seguito colorate in segno di credenza. Ognuno sa dove cercare la verità: vive dentro nel profondo dell’anima!
Buona Pasqua, come meglio credete, Carmine Scavello

Nessun commento: