martedì 17 dicembre 2024

Buone feste a tutti

 

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venerdì 15 novembre 2024

Fai buon viaggio cara zia Lina

 Ieri con immenso dispiacere ci ha lasciati la zia Lina, sorella minore della mia mamma.

Aveva solo 79 anni. In molti la ricorderanno quando a Bocchigliero, con le sue amate "discipule", cuciva i vestiti a donne e bambine.

Si era poi sposata con Franco Funaro e si erano trasferiti prima in Germania (dove era nato l'amato figlio Pasqualino) e poi a Milano in cui vivono adesso le sue figlie Catia, con il marito Giuseppe e il figlio Riccardo, e Fernanda con il marito Rosario.

La sua troppo precoce scomparsa, difficile da accettare,  lascia  in tutti  noi un immenso dolore.


Riposa in pace cara zia Lina 






mercoledì 7 agosto 2024

lunedì 1 luglio 2024

 


martedì 28 maggio 2024

22mo incontro dei bocchiglieresi a Milano 26 maggio 2024




22mo incontro dei Bocchiglieresi a Milano con la celebrazione della Santa Messa a ricordo di papà Francesco Caracciolo e di tutti coloro che ci hanno lasciato e che
avevano partecipato ai nostri numerosi incontri.
Hanno celebrato la Santa Messa il parroco di Bocchigliero Padre Onofrio Farinola e don Serafino Marazzini, nostro amico da sempre e "prete Bocchiglierese ad honorem " parroco della Chiesa San Francesco D'Assisi a Milano.

Padre Onofrio Farinola e don Serafino Marazzini

A loro il nostro infinito ringraziamento per il profondo momento di fede che ci hanno fatto vivere.
E grazie a tutti coloro che sono intervenuti e arrivati anche da molto lontano.



Per vedere altre foto, cliccare sul link qui sotto:

Lettera ai bocchiglieresi a Milano presenti alla Messa di domenica 26 maggio 2024



 Carissimi amici,

quest’anno il nostro incontro ha due volti: uno triste e l’altro allegro. Triste perché, in questi anni trascorsi, qualcuno dei tantissimi partecipanti storici e fedeli è salito in Cielo alla Casa del Padre. Io personalmente - nei panni di Terravecchiese e Bocchiglierese di adozione – conosco pochissimi vostri compaesani saliti in cielo e mi scuso per non essere informato, in quanto forestiero, e non aver fatto le doverose condoglianze alle famiglie di appartenenza.

     Comunque, unisco la mia preghiera di suffragio a quella dei loro congiunti, presenti e assenti all’evento, perché quelle care persone possano continuare a vivere nella memoria collettiva. Voglio anche ricordare - per un gesto puramente affettivo diretto - il nostro comune amico Francesco Caracciolo, conosciuto come Franco e zio Ciccio, che mi ha introdotto nel vostro gruppo: mi ha accolto come un fratello e io gli ho voluto sempre un bene condiviso.

     Mi ha invitato tutte le volte ai raduni e ogni volta capivo che lui organizzava questa giornata con amore, passione e spirito di appartenenza. Un giorno a casa sua mi ha mostrato un quaderno su cui annotava indirizzi e numeri di telefono dei compaesani residenti a Milano e dintorni. Li invitava personalmente ai raduni e si sincerava del loro stato di salute.

     Fra me e me pensavo – sbagliando - che se avesse mollato lui il “giocattolo” si sarebbe rotto; ma, il mio pensiero veniva puntualmente smentito dal suo entusiasmo e dalla carica esplosiva, che dedicava con anima e corpo alla riuscita di ogni incontro, organizzato nei minimi particolari.

     Ora anche lui e tutti coloro che l’hanno preceduto nel nostro comune viaggio terreno sono e saranno sempre presenti spiritualmente tra di noi. Cosicché, Francesco Caracciolo ha lasciato il testimone in buone mani: la moglie e i figli continueranno, con lo stesso spirito fervente e immutato entusiasmo, a organizzare gli eventi futuri. A pensarci bene ventidue anni sono volati in un baleno, però, la partecipazione attiva e il clima festaiolo non hanno perso lo smalto dei primi tempi.

     Passo al volto allegro dell’incontro. Nel corso di questi lunghi anni ho visto e rivisto tante facce vecchie – nel senso di presenza e non in modo offensivo riferito alla età longeva – e nel contempo altre facce nuove si sono aggiunte al gruppo per rinvigorirlo. A questo proposito, sensibilizzo i genitori a portare con loro al raduno i propri figli e nipoti per farli entrare a far parte, fin da adesso, della comunità dei Bocchiglieresi a Milano. C’è bisogno dei giovani per dare un futuro all’iniziativa, pertanto l’invito è rivolto a tutte le persone di buona volontà a cui sta a cuore la Comunità dei Bocchiglieresi a Milano.

     In apparenza sembra che si facciano le stesse cose, però, ci sono sempre delle piccole variazioni: si cambia la chiesa che ci ospita, ci sono nuovi aderenti e magari la presenza di qualche autorità ecclesiastica. Quello che non cambia mai nel tempo è lo spirito partecipativo; pertanto, faccio i doverosi complimenti a coloro che non sono mai mancati a un appuntamento. Chi è impossibilitato a venire per motivi urgenti e problemi di salute è giustificato; gli altri che sono assenti per negligenza, malavoglia e superficialità no. Se una cosa si vuole, una strada si trova; se una cosa non si vuole, mille scuse si inventano.

     Che dire, poi, del clima festaiolo che si respira: sorrisi, abbracci, saluti calorosi e complimenti abbondano. La presenza di Padre Onofrio Farinola porta i saluti di tutti i compaesani rimasti a Bocchigliero e celebra la Santa Messa, mettendo in evidenza sull’altare le immagini sacre della Madonna di Jesu e di San Rocco. Alla fine della Santa Messa il pane benedetto è offerto ai presenti come simbolo cristiano.

    Ah, una nota importante: Padre Onofrio nella predica ha parlato della Santissima Trinità formata da tre Soggetti Divini distinti e separati e rappresentati da un’unica Entità Celeste. Perché ha detto ciò? Guardando in volto i fedeli da detto testuali parole: voi siete tanti e diversi uno dall’altro, però siete uniti sotto uno stesso nome che è la vostra comunità che vi rappresenta e parla con una voce sola.

 Saluto tutti caramente e, come sempre, auguro buona, lunga e serena vita. 

 Carmine Scavello. 




 

giovedì 2 maggio 2024

domenica 21 aprile 2024

Lettera a ricordo del mio caro amico Franco Caracciolo




Carissimi familiari, amici e conoscenti del carissimo amico Franco,

provo a scrivere quattro parole per ricordare la bella persona che era: un signore nato e tale si è mantenuto nel tempo nei modi di fare, di pensare, di agire e di comportarsi. 

     Tanto per cominciare cosa ho da dire sul suo conto? Tutto il bene del mondo, perché si faceva amare pure dai sassi che incontrava sul suo cammino. Mi reputo fortunato per averlo conosciuto durante gli incontri dei Bocchiglieresi a Milano. Siamo entrati subito in sintonia come due calamite: ci siamo piaciuti a vicenda legati dal grande fluido dell’amicizia sincera, che nutrivamo l’uno per l’altro.

     Il nostro amato Franco è in credito con la vita perché ha dato più di quello che gli è tornato indietro in cambio. Lui era contento ugualmente di questa situazione svantaggiosa perché faceva il bene a senso unico e la sua mano destra non vedeva cosa stesse facendo la sinistra. 

    Un altro uomo come lui non è mai esistito, né esisterà a calpestare il suolo terrestre. Il suo stampo è stato distrutto alla nascita perché fosse ricordato come un uomo unico e irripetibile. Avrà avuto pure lui un sosia nel fisico, ma non in grado di superarlo in intelligenza, umanità, disponibilità e spiritualità.

     Ora che è passato a miglior vita, una parte di sé è rimasta immortalata nel cuore e nella mente di tutti coloro che l’hanno amato, rispettato e voluto bene.

     Un uomo come lui difficilmente sarà dimenticato: ha fatto onore al genere umano con una buona condotta di vita e come buono esempio da imitare. Ho provato a cercare un suo difetto, ma ci ho rinunciato in partenza e per dovere della verità non ho provato a bleffare. Chi mi avrebbe dato il coraggio di farlo?

    Tutte le cose materiali che ha lasciato parleranno di lui a testimonianza del suo passaggio terreno, perché in ognuna di esse è rimasta la sua impronta indelebile. 

     E’ vero ha lasciato un vuoto incolmabile tra quanti l’hanno amato e voluto bene, però quel vuoto si potrà riempire solamente pensandolo, parlando di lui e pregando per la sua anima. E poi, come si dice, lui da lassù veglierà su tutti coloro che in Terra gli sono stati vicini nel bene e nel male. 

     Il suo modo di vivere serenamente senza mai maledire la sorte ha fatto di lui quel signore che dimostrava di essere in ogni circostanza. Non dava fastidio a nessuno e non aveva nemici sulla faccia della Terra: chi lo conosceva era felice della su amicizia.

     Se poteva aiutare qualcuno si faceva in quattro - o meglio in otto - a dare una mano o semplicemente un consiglio, in quanto a saggezza non era secondo a nessuno. Ho cercato inutilmente di ricordarmi se l’avessi visto qualche volta arrabbiato o sentito bestemmiare contro il Cielo e contro il mondo. Ci ho rinunciato: era solo tempo inutile perché l’ho visto sempre sereno. Con la sua calma e col suo modo di fare gentile riusciva a entrare in sintonia con chiunque: con un tipo così non era difficile essergli amico. 

     Non mi resta che dirgli di riposare in pace e ai suoi familiari di essere orgogliosi di aver condiviso con lui un pezzo della loro storia contemporanea. Però, senza offesa, il suo amore nei loro confronti è stato maggiore.
Pace alla sua anima e tanta serenità a chi resta.

Il tuo amico scrittore della vita, come mi chiamava lui, Carmine Scavello