Carissimi amici, amiche……
<< L’incontro annuale dei Bocchiglieresi a Milano è motivo per farci sentire sempre più insieme e più uniti nel ricordo del nostro paese di origine >>. Coloro che hanno scritto questa introduzione sapevano benissimo quello che dicevano, essendo parti attive del gruppo e non immuni da nostalgia verso il paese natio.
Questa frase introduttiva della locandina contiene la vera essenza dell’incontro di una comunità unita e pacifica, che vive la propria esistenza lontana dai luoghi natali. Qui, a Milano e dintorni e oltre i confini, tanti compaesani si sono stabiliti e si sono inseriti nelle società ospitanti, portando il loro contributo alla ricchezza della collettività.
Vi hanno messo radici talmente profonde, che attraverso monti, colline, fiumi e pianure esse giungono a Bocchigliero per non interrompere quel legame affettivo che li unisce in un abbraccio forte e sincero; si sentono legati ad una catena che li tiene saldamente uniti nel segno di essere contemporaneamente compaesani nel paese natale e nella terra ospitante.
Non credo che ci siano tante persone, tra i partecipanti alla cerimonia, che hanno rimpianti di essere partite; la vera ragione è che quell’ambiente stava un po’ stretto per cui hanno seguito il destino senza rinnegare le proprie origini. Considero che il pensiero collettivo è quello di ammettere che le località in cui siamo nati e cresciuti, gli spazi che abbiamo frequentato da piccoli, le persone della nostra infanzia, sono destinati a restare per sempre immortalati nella nostra memoria e nel nostro cuore.
E’ più che normale e umano confessare di avere nostalgia del paese natale e non vergognarsene. Mi vengono in mente le parole corpose di mio nonno; mi diceva: osserva bene queste nuvole e mi indicava il cielo; ovunque tu vada non ne troverai di più belle. Chi è sincero potrà riconoscersi in quelle parole; non esistono persone che non siano state affascinate dalle nuvole. Quel cielo non l’abbiamo mai dimenticato!
Da attento osservatore, leggo negli occhi di ognuno dei presenti alla festa la gioia di ritrovarsi e continuare a sentirsi più fratelli che compaesani. La sincerità è alla base del loro rapporto affettivo; dire che questi compaesani si vogliono bene è una cosa normalissima e scontata. La loro presenza qui nella chiesa dei Santi Re Magi a Milano è un atto di amore, più che un dovere morale. I rapporti di sangue tirano!
Penso, in teoria, che – e correggetemi se sbaglio - abbiamo nostalgia del paese natio; in pratica, ammetto che abbiamo, invece, nostalgia del tempo che vi abbiamo trascorso, quando eravamo più giovani, spensierati e pieni di voglia di vivere.
Gli abbracci calorosi, i sorrisi di compiacenza e le strette di mano festose sono un segno tangibile di un’amicizia che non conosce confini. Per un momento ho immaginato che un Angelo avesse staccato un pezzo di Bocchigliero e l’avesse portato a Milano per far sentire la vicinanza dei compaesani - amici e parenti rimasti al paese. La vita umana è come un libro; c’è chi parte e sfoglia tante pagine e arricchisce la sua mente e la sua fantasia; c’è qualche altro, invece, che resta – per scelta, per volontà e per altri casi della vita - e apre solo la prima pagina.
Lo scrittore Carmine Scavello augura ai Bocchiglieresi presenti e lontani buona e serena vita e la protezione di San Nicola, San Rocco e della Madonna di Jesu.