Carissimi
amici,
per la seconda volta consecutiva ho partecipato con entusiasmo sincero al
consueto raduno annuale di maggio.
Mi sono sentito immensamente felice di parteciparvi
con puntualità in quanto considero l’evento un appuntamento sentito e
irrinunciabile.
Rivedere tante facce amiche e simpatiche, dopo mesi o un anno
intero, infonde sempre enorme piacere.
Sono stati dispensati tanti sorrisi spontanei
e leali, non di facciata, come ai vecchi tempi; l’appartenenza attiva ad un
gruppo fedele di brave persone rende l’umore appagato.
E’ da apprezzare la
presenza spontanea di Don Agostino che ha lasciato orfani per a condividere un momento eucaristico con la comunità
dei compaesani emigrati in terra lombarda nel giorno consacrato alla SS Trinità.
Da sei anni, egli porta con sé i saluti degli amici e parenti lontani; tramite
lui fanno sentire la vicinanza e l’affetto di sempre, tenendo continuamente
teso il filo di speranza e di amore che lega i rapporti affettivi tra chi è
emigrato e chi è rimasto al paese. Bocchigliero si sente orgoglioso che tanti
suoi figli lontani si ritrovino, almeno per un giorno, a godere della
condivisione umana e religiosa di quest’incontro felice e atteso con tanta
gioia che lascerà un ottimo ricordo nella memoria collettiva della comunità. Suo
malgrado, Don Federico era presente moralmente alla Santa Messa, in quanto
impegni inderogabili e alto senso del dovere gli hanno impedito di lasciare la
sede di Potenza, dove svolge con diligenza il suo compito di ministro di Dio.
Il richiamo dei vecchi amici è stato fortissimo; cosicché egli ha provveduto a
mandare un messaggio sentito che l’amica Concy ha letto sull’altare in un
clima di commozione generale.
Mi convinco che vale sempre il concetto espresso chiaramente
da Don Agostino di tenere la valigia pronta dietro la porta in obbedienza alla
Chiesa.
Gli alti prelati milanesi, Dionigi
Tettamanzi e Angelo Scola, e l’arcivescovo Santo Marcianò di Rossano hanno
benedetto l’incontro religioso.
In quel clima amichevole, tanti bei ricordi
d’incanto sono venuti a galla per rallegrare lo spirito: è questo uno dei
nobili scopi che si prefigge di divulgare l’atteso ritrovo per rinsaldare i
vincoli affettivi di fratellanza e rispetto civile.
E’ innegabile pensare che in
presenza di una così massiccia partecipazione di compaesani, la nostalgia per
un momento trasporti la mente ai luoghi cari della giovinezza e delle radici;
la razionalità, poi, subentra per ribadire il concetto che siamo tutti cittadini
del mondo. Come tali dobbiamo portare avanti l’onore della nostra terra e la
fierezza dell’appartenenza.
È doveroso da parte mia affermare che la comunità
di Bocchigliero sia un esempio concreto di correttezza e di calore umano che ha
pochi uguali nel resto del nostro Paese.
La
famiglia Caracciolo da anni è la portavoce della lodevole iniziativa; il
suo impegno per la buona riuscita è sotto gli occhi di tutti. Non chiede
ringraziamenti, né apprezzamenti; le basta solamente un saluto o una stretta di
mano a testimonianza dell’affetto e dell’impegno. Io chiedo con convinzione al
Signore che dia alla famiglia Caracciolo lunga vita e prosperità, e anche a
tutti noi. Non conta il numero dei presenti, conta il piacere di esserci; se
dovesse esserci in chiesa qualche sedia vuota (e anche quest'anno non ce n'erano) è da immaginare occupata col
pensiero.
Non posso non ringraziare le donne di buona volontà e dal cuore
tenero che hanno addobbato una tavola imbandita di ogni ben di Dio. Il momento
conviviale serve per addolcire l’amaro in bocca del distacco; gli amici lontani
dagli occhi, sono sempre vicini col cuore!
Il pensiero sorvola mari, monti e
colline e sa dove atterrare; là troverà un rifugio, una casa ospitale e una
mano amica ad accoglierlo nella grazia di Dio! I Bocchiglieresi hanno buon cuore!
Un abbraccio di cuore agli assenti e
ai presenti, che hanno condiviso questa stupenda giornata col corpo o con la
mente.
Con amicizia e affetto Carmine
Scavello
MESSAGGIO DI DON FEDERICO A TUTTI GLI AMICI E PARENTI:
Cari amici di Bocchigliero,
un caro saluto a voi tutti. Quanto avrei voluto essere lì con voi oggi (e dovevo esserci veramente), ma purtroppo circostanze sopravvenute mi impediscono all'ultimo momento di condividere con voi questo momento di incontro gioioso dove con molta semplicità, ma con tanta cura, si vuole, per un attimo, respirare aria di casa.
So che da tempo la macchina organizzativa si era attivata per organizzare questo evento ed immagino che la mia assenza in un certo qual modo abbia creato qualche disagio, soprattutto a chi in prima linea si era occupato della preparazione.
Non sto qui ad elencare le motivazioni che mi portano a non essere in mezzo a voi, ma la scelta di vita consacrata che ho fatto mi porta ad essere soggetto al voto di obbedienza, ma soprattutto a vivere in pienezza la carità.
Permettetemi un saluto ed un grazie speciale a zio Ciccio Caracciolo. Ieri mi ha spezzato il cuore sentirlo piangere quando gli comunicavo la mia impossibilità ad essere con voi, ma sono sicuro che con la sua bontà d'animo potrà perdonarmi.
Un caro saluto ai miei parenti, oggi per noi era un doppio motivo di incontro, insieme a tutti voi avrei voluto celebrare l'Eucaristia in suffragio del caro zio Rocco defunto poco più di un mese fa.
Un saluto a don Agostino, ormai bocchiglierese per acquisizione, con il quale potete condividere i buoni dolci che voi avete preparato (e che io mi perderò), e sarà lui che vi darà la possibilità di ritrovarvi riuniti nel convito eucaristico in questa giornata in cui la liturgia (sia nel rito romano che ambrosiano) ci fa celebrate la solennità della Santissima Trinità. La Trinità si dice che sia comunità d'amore ed io mi auguro che voi possiate sempre fare questa esperienza.
Ed io vi saluto nel nome del Padre che è amore e del Figlio che è grazie e dello Spirito Santo che è comunione.
Il Signore vi benedica sempre e invoco da Lui per voi la benedizione.
Con cuore orante
don Federico Mingrone