lunedì 4 marzo 2013

Il punto interrogativo

Grazie al mio parroco per avermi fatto conoscere questa storiella molto profonda che vi invito a leggere:



C'era una volta, un  "punto interrogativo"...
 Era molto grazioso e, come tutti i "punti interrogativi", aveva l'aria molto intelligente.
Da un po' di tempo, però, girava per il paese sconsolato, amareggiato, deluso e depresso.
Apparentemente, nessuno lo voleva più!
Tutti ricorrevano, con sempre maggiore frequenza, al suo nemico acerrimo:
il "punto esclamativo"!
Tutti gridavano: «Avanti! Fermi! Muoviti! Togliti dai piedi!».
Il "punto esclamativo" è tipico dei prepotenti, e oramai i prepotenti dominano il mondo.
Anche per le strade e le vie cittadine, dove un tempo il "punto interrogativo" si sentiva un re, non c'era più nessuno che chiedeva: «Come stai?»;
sostituito da: «Ehilà!».
Non c'era più nessuno che fermava l'auto, abbassava il finestrino e chiedeva:
«Per favore, vado bene per Bergamo?».
Ora, usavano tutti il "navigatore satellitare", che impartisce gli ordini con decisione:
«Alla prima uscita, svoltare a destra!».
Stanco di girovagare, si rifugiò in una famiglia.
I bambini hanno sempre amato i "punti interrogativi".
Ma, anche là, trovò un padre ed un figlio adolescente, che duellavano tutto il giorno, con i "punti esclamativi"...
«Non mi ascolti mai!».
«Non m'importa che cosa pensi! Qui comando io!».
«Basta! Me ne vado per sempre!».
Alla fine, il padre era spossato e deluso:
il figlio mortificato e scoraggiato, quindi aggressivo.
 E soffrivano, perché non c'è niente di più lacerante, che essere vicini fisicamente e lontani spiritualmente.
Il "punto interrogativo" si appostò sotto il lampadario, ed alla prima occasione entrò in azione...
Accigliato e con i pugni chiusi, il padre era pronto allo scontro,
ma dalla sua bocca uscì un:
«Che ne pensi?», che stupì anche lui.
Il figlio tacque, sorpreso.
«Davvero lo vuoi sapere, papà?».
Il padre annuì. Parlarono.
Alla fine, dissero quasi all'unisono:
«Mi vuoi ancora bene?».
Il "punto interrogativo", felice, faceva le capriole sopra il lampadario!


(dal web)

Il "punto interrogativo" non è arrogante, ma rispettoso della libertà e della responsabilità dell'altro!

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